Joe Metheny, il Serial Killer che serviva carne umana

Il Serial Killer confessò altri 10 omicidi, raccontando di averlo fatto per mangiare carne umana e servirla ai clienti del weekend

Joe Metheny

La vita

Durante l’infanzia, stando alle dichiarazioni della madre Jean, non ha mai vissuto traumi tali da trasformarlo nel mostro che è diventato. Descritto come intelligente, non si tirava indietro dai lavori pensanti. Inoltre, la morte del padre, quando era piccolo, non lo segnò particolarmente. Terminato il servizio militare si diede subito da fare per guadagnarsi da vivere. I colleghi lo descrissero come una persona comune e non avrebbero mai pensato che avesse potuto uccidere qualcuno.

Metheny ha dichiarato di aver iniziato ad uccidere nel 1994, dopo la fuga della moglie. Dopo anni di carcere mostrava ancora risentimento verso la moglie scappata di casa. La moglie non ha mai rilasciato dichiarazioni in merito e a dirla tutta, non si sa nemmeno dove viva.

Metheny è morto il 5 agosto del 2015 all’età di 62 anni. La morte sarebbe avvenuta per infarto.

Gli omicidi

Durante il processo per l’assassinio di Cathy Ann Magaziner (il suo ultimo processo), confesso di averla uccisa nel 1994, fornendo tutti i dettagli per ritrovare i resti. Cioè, le parti non mangiate. Metheny voleva essere condannato a morte, ma gli avvocati, sfruttando un cavillo legale, riuscirono ad ottenere una condanna all’ergastolo. Era il secondo. Infatti, stava già scontando una condanna all’ergastolo per un altro omicidio, quello di Kimberly Spicer, avvenuto nel 1996. Più 50 anni di carcere per sequestro di persona e tentato stupro di Rita Kemper. Riuscì a scappare e ad andare alla polizia.

Nel 1995, attirò le prostitute Cathy Ann Magaziner (45 anni) e Kimberly Spicer, (26 anni) nel suo rimorchio, poi le violentò, le strangolò, le fece a pezzi per mangiarne alcune parti e rivenderne altre sotto forma di panini di carne.

Il 19 dicembre del 1996 Joe Metheny fu arrestato per il sequestro, tentato stupro e tentato omicidio della 37enne Rita Kemper. Le indagini sul luogo portarono al ritrovamento dei resti di una delle due prostitute, Kimberly Spicer.

Il 13 novembre 1998 fu condannato a morte, ma la sua pena fu commutata in carcere a vita.

Durante gli anni di carcere confessò altri 10 omicidi, raccontando di averlo fatto per mangiare carne umana e servirla ai clienti del weekend.

L’intervista

Joe Metheny, intervistato in prigione poco tempo dopo la sentenza, disse:

Ti dirò di me, di quello che sono adesso, cioè da quando sono bloccato in prigione. Ho 48 anni, peso circa 205 kg, ma questo non è solo grasso. Sono qui in questa cella da quasi otto anni, ma quando qualcuno è condannato a diverse pene di vita senza possibilità di liberazione anticipata il tempo non è più importante.
Merito di essere qui perché mi ha processato gente giusta che ha fatto giustizia. Ha! Ha! Sono stato condannato solo per due omicidi e un rapimento; lei però mi è sfuggita.

Per il primo omicidio sono stato condannato a vita senza la possibilità di richiedere un rilascio anticipato; per il secondo mi hanno dato la pena di morte e per tre anni ho atteso nel braccio della morte in Maryland. Alla fine hanno cambiato la mia condanna e mi hanno dato un’altra condanna a vita senza alcuna liberazione.

Ho ucciso sette persone, tre uomini e quattro donne. Due uomini li ho fatti a pezzi con la mia ascia sotto un ponte nel sud di Baltimora; sotto lo stesso ponte ho ucciso altre due donne e un uomo che stava pescando: lui era nel posto sbagliato nel momento sbagliato. La polizia ha controllato quel posto circa tre anni dopo, quindi non hanno trovato nulla per condannarmi per quegli omicidi.

La mia frenesia assassina era motivata da un desiderio di vendetta, ma il gusto del sangue mi ha anche dato la meravigliosa sensazione di potere ogni volta che privavo qualcuno della sua vita.

Tutto è iniziato nel luglio 1994. Al tempo lavoravo come camionista. Una notte sono tornato a casa e quando ho aperto la porta e acceso la luce ho notato che non c’era più niente: la mia donna ha preso tutto, incluso mio figlio, e mi ha lasciato. Avrei anche accettato la sua fuga, ma lei mi ha preso il mio figlio di 6 anni. L’avrei pagata per scomparire dalla mia vita: tutto quello che doveva fare era portare mio figlio a mia madre e poi tutto sarebbe andato bene.

Sei mesi più tardi ho saputo che viveva in un’altra parte della città con qualche idiota che la stava imbottendo di droghe. Sono stati beccati per il possesso e l’uso di quelle schifezze e mio figlio è stato portato via perché lo trascuravano e lo hanno picchiato. Così ho raccolto tutto il mio odio per i due che hanno fatto male a mio figlio e sono andato a cercarli. Ho saputo da qualcuno che erano sotto quel ponte e stavano dormendo con i senzatetto che erano lì.

Non erano lì, ma ho trovato due nani che avevano visto insieme a loro. Li ho fatti a pezzi e credo che nemmeno se ne siano accorti.

Quella stessa sera ho attirato sotto il ponte la prima cagna. Ho cercato di farmi dire dove fosse mia moglie, ma lei ha detto che non sapeva niente, quindi l’ho picchiata, l’ho violentata e l’ho uccisa. Ho gettato il suo corpo nei cespugli e sono andato a cercare un’altra cagna. Ho fatto la stessa cosa di quella precedente, ma quando l’ho gettata in mezzo ai cespugli ho notato un nero che mi stava guardando. Così ho preso un tubo metallico che era nella spazzatura e gli ho spaccato il cranio. Alla fine ho gettato tutti nel fiume.

Era una notte davvero difficile per me: cinque omicidi in circa sette ore. Due settimane e mezza dopo sono stato arrestato e accusato di aver ucciso i due nani con l’ascia. Ho trascorso quasi 18 mesi di carcere a Baltimora, in attesa del processo. Il processo è durato una settimana ed è stato chiuso per mancanza di prove.

Ho attirato ancora due puttane nel mio rimorchio, ma nemmeno loro sapevano dirmi nulla di mia moglie. Le ho uccise e ho fatto a pezzi i loro corpi; ho tagliato la carne e l’ho messa nei contenitori e poi nel congelatore.

Nei fine settimana aprivo un piccolo bar su ruote e vendevo sandwich di maiale e carne di manzo: mi dicevano tutti che erano buonissimi anche se non sapevano che in mezzo a quei panini c’erano i pezzi di quelle puttane. La carne umana ha un sapore simile alla carne di maiale e se mescolate questi due tipi di carne nessuno sente la differenza.

Tutto è andato bene finché non ho finito la carne speciale. Così ho invitato un’altra puttana sul mio rimorchio. Ho cominciato a strapparle i vestiti e lei iniziò ad urlare, ma oltre a me non c’era nessuno che la sentisse. E io me la ridevo.

Mi sono voltato per un secondo e quello è stato il mio errore, perché quella troia è riuscita ad uscire dalla porta prima che potessi agguantarla. Quella cagna si arrampicò sui pallet del giardino come una scimmia e saltò oltre il recinto, dove un ragazzo si fermò e la portò alla stazione di servizio, dove hanno chiamato la polizia. Sapevo che i poliziotti erano in zona, ma me la presi con calma: ho preso i suoi vestiti, ho preso le chiavi e sono uscito. Non ho fatto in tempo a tornare a casa che è arrivata un’auto e uno sbirro ha tirato fuori una pistola dicendomi di sdraiarmi per terra. È così che finisce la storia.

Mi hanno arrestato. L’unica cosa che mi rammarica è che non ho ucciso i due figli di puttana che volevo uccidere. Questa è la mia storia, terribile ma vera. Quindi, la prossima volta che scendete in strada e notate un barbecue su ruote che non avete mai visto prima, ricordate questa storia prima di mangiare il vostro panino. Non potete sapere cosa state mangiando davvero. Ha! Ha!”