“Paul McCartney è morto e i Beatles lo hanno sempre tenuto nascosto grazie a un sosia”: una delle teorie cospirazioniste più in voga nel mondo musicale
“Paul McCartney è morto e i Beatles lo hanno sempre tenuto nascosto grazie a un sosia“: una delle teorie cospirazioniste più in voga nel mondo musicale.
Secondo questa teoria, che circola da più di 50 anni nel mondo della musica, il vero Paul sarebbe morto nel 1966, in un terribile incidente stradale. Ha molti nomi ma un’unica storia: “PID” (ovvero “Paul is dead”), “Faul” (ovvero “Fake Paul”).
La leggenda
Esistono due differenti teorie. Secondo la prima versione, nella notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney avrebbe lasciato alterato la sala prove dopo un violento litigio. Nella seconda versione, invece, viene sostituita alla sala prove una festa.
In entrambi i casi, però, Paul McCartney salì sull’auto e, nella strada verso casa, raccolse una ragazza di nome Rita, che faceva l’autostop. I due si misero a parlare. Quando Rita riconobbe Paul McCartney si emozionò tantissimo. Paul, allora, sconvolto dalla reazione esagitata della donna, si sarebbe distratto e schiantato con l’auto contro un palo. Sia Paul che Rita, sbalzati fuori dall’abitacolo, sarebbero morti sul colpo.
Ricevuta la notizia, il gruppo di Liverpool e il loro manager avrebbero deciso di seppellire il vero Paul McCartney in segreto e, preoccupati dell’impatto che avrebbe avuto una notizia di tale portata sul successo commerciale della band, avrebbero cercato un sosia.
Il sostituito designato sarebbe stato o l’attore scozzese William Stuart Campbell, o l’ex poliziotto canadese William Shepphard, o ancora, un tale Billy Shears.
Gli indizi
Secondo gli accaniti sostenitori della “PID teoria“, la persona che ha prodotto insieme ai Beatles i grandi successi come “Penny Lane” o “Let it be” sarebbe un impostore. I Beatles, poi, pentitisi della truffa, avrebbero cominciato a disseminare una serie di indizi nella loro discografia.
1. SGT. PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB BAND
La copertina pop art del disco “SGT. PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB BAND“, uscito nel 1967, costituisce per i complottisti l’indizio più importante, perché mostrerebbe un funerale: tutti i Beatles, rappresentati a mo’ di statue di cera, sono vestiti di nero e vi sono corone di fiori. La composizione di fiori gialli rappresenterebbe la scritta “Paul” con un punto interrogativo finale.
Inoltre, nella parte destra dell’immagine compare una bambola raffigurante l’attrice Shirley Temple che porta in grembo un modellino d’auto di marca Aston Martin (la macchina che avrebbe guidato Paul il giorno dell’incidente). La vecchietta che tiene la bambolina sulle ginocchia indossa un guanto da automobilista macchiato di sangue. Paul regge uno strumento di colore nero (un corno) e c’è una statuetta di Siva (il dio distruttore). Infine, nella facciata posteriore dell’album, l’unico Beatles a essere rappresentato di spalle è Paul.
2. ABBEY ROAD
Secondo i complottisti, gli abiti indossati dai Beatles suggerirebbero una processione funebre.
In testa c’è John Lennon (un angelo o sacerdote vestito di bianco), poi Ringo in nero (che potrebbe far pensare al portatore della bara). Paul cammina a piedi scalzi, con gli occhi chiusi e tiene la sigaretta con la destra pur essendo mancino. Infine George Harrison in jeans (potrebbe essere un becchino in abiti da lavoro per scavare la fossa).
Sulla destra, invece, dall’altra parte della strada, c’è un camioncino della polizia simile a un carro funebre. Infine, il famoso maggiolino bianco sulla sinistra. La targa è 28IF (“28 anni SE Paul vivesse”).
3. Canzoni al contrario
Il brano “Revolution#9” comincia con una voce che scandisce 3 volte le parole “Number nine” che, se ascoltato in reverse, suonerebbero come “Turn me on, dead man” (“Eccitami, uomo morto”). Il numero “9” si riferirebbe poi sia alla somma delle lettere che compongono il nome “McCartney“, sia al giorno della presunta morte (il 9 novembre).
Fra i rumori che compongono la canzone c’è anche una frenata d’automobile e uno schianto e, sempre ascoltandola al contrario, si sentirebbe una voce gridare “Get Me Out! Get Me Out!” (“Tiratemi fuori! Tiratemi fuori!”), presumibilmente dall’auto in fiamme.
Oppure, alla fine del brano “I’m So Tired” che, se ascoltato al contrario, diventerebbe “Paul is dead, miss him, miss him“. Rallentando “Strawberry Fields Forever” non si sente più John dire “Cranberry sauce“, ma “I buried Paul“. Ascoltando, invece, “All you Need is Love“, in sottofondo si sentirà “Yeah, he’s dead, we loved you yeah, yeah, yeah“.
L’origine della leggenda
La leggenda trae origine da una serie di reali incidenti stradali accaduti a Paul McCartney tra il 1965 e il 1966.
Il 26 dicembre del 1965, Paul cadde dal motorino rompendosi un dente e ferendosi a un labbro.
Il 9 novembre del 1966 (data classica della PID theory), Paul sarebbe caduto dalla moto, mentre stava andando da sua cugina con l’amico Tara Browne.
Il 7 gennaio 1967 si diffuse la notizia di uno schianto mortale, questa volta in auto (poi smentita).